Festival della pace 2024
- Camilla Bianchi
- 9 nov 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Eccomi, Eccoci!
4 anni sono trascorsi - e noi nel frattempo siamo cresciuti e da 24 enti locali siamo passati a 41 con nuove amministrazioni interessate ad aderire – dicevo 4 anni sono trascorsi da quando abbiamo inventato e proposto al Comune di Brescia, come Coordinamento degli Enti Locali per la Pace e la Cooperazione internazionale, l’istituzione del Premio Brescia per la Pace. Un Premio, all’interno di un festival sempre così ricco e denso che potesse però ricordarci una cosa, importante e semplice allo stesso tempo: ciascuna e ciascuno di noi può fare la differenza nel costruire percorsi di pace, con il proprio stile, nel proprio contesto, con il proprio ruolo. Ciascuna e ciascuno di noi, nonostante tutto, nonostante la tristezza e la fatica che a volte ci accompagna, può fare la differenza.
Oggi con voi, dopo la situazione geopolitica che ogni anno è in costante peggioramento, il sentimento diffuso di smarrimento che ci scoraggia e ci rende increduli, davanti a violenze, soprusi, guerre e genocidi in corso che per puro caso non ci coinvolgono, con la fortuna (non il merito) di essere nati da questa parte del mondo, vorrei provare a tratteggiare tre vie per alimentare ma anche ragionare nel profondo desiderio di pace.
Lo faccio attraverso tre coppie di parole:
DEMOCRAZIA – DEMOCRATURA
In questi giorni di elezioni, continuo a pensare a quanto sia importante manutenere la democrazia. Quanto la democrazia non si dà una volta per tutte, ma dobbiamo continuare ad esercitarla. E la democrazia è faticosa, è un esercizio continuo, costante di incontro tra bisogni, necessità, culture diverse ma anche aspirazioni, poteri, visioni del mondo, delle città, dei piccoli, grandi comuni differenti. Dove l’interesse del singolo, l’IO, sfuma nell’interesse più pieno e più complesso da costruire e da comprendere, del NOI, della collettività. Come ci poniamo quindi in questa dinamica che vorrebbe spesso gli uni contro gli altri? Che alcuni alimentano tra chi sta già male contro chi sta peggio? (Ne abbiamo avuto un pessimo esempio anche qui a Brescia, qualche giorno fa, con delle affissioni abusive razziste).
Io credo che la democrazia per esistere davvero, debba essere una democrazia informata, debba permettere a ciascuna e a ciascuno di crescere nelle proprie traiettorie di vita, nel rispetto di tutte le vite, senza discriminazioni. La democrazia deve essere consapevole, affonda nelle storie partigiane di chi ci ha preceduto, nell’antifascismo della nostra Costituzione che anche in alcune istituzioni pare essersi smarrito. La nostra democrazia mi appare distratta, finché non tocca me, nei miei piccoli e personali interessi, non mi riguarda.
E allora come fare perché il nostro vivere in comunità sia un vivere con consapevolezza le libertà acquisite nel tempo, i diritti conquistati? E perché senza accorgercene non si passi da democrazia a democratura?
“D’altronde non si governa con pieni poteri la settima potenza mondiale; non servono pieni poteri per governare società complesse. Pieni poteri li chiedono coloro che si considerano autosufficienti e pensano che un uomo forte (o una donna forte) possa risolvere i problemi con la bacchetta magica o con l’uso della forza”
VERITA’ – VEROSIMIGLIANZA
Quanto siamo ormai abituati con un tocco di dita a passare al video successivo, alla notizia successiva, alla morte di bambini, al bombardamento di ospedali e scuole che ormai sono intrattenimento da social?
Quanto siamo assuefatti alle informazioni e non prestiamo (spesso anche i giornalisti) attenzione a ciò che è vero e non soltanto verosimile?
Credo che questa sia una delle malattie del nostro tempo, cercare risposte e soluzioni facili e immediate in un mondo che è complesso e che per essere compreso ha bisogno di tempo. In questa epoca della post-verità fa più presa il verosimile che ci avvantaggia e che ci strizza l’occhio, piuttosto che il vero, magari anche faticoso da affrontare.
C’è bisogno di tornare ai dati, tornare alla scienza, dare spazio e tempo alla comprensione, all’imparare che non tutto è ciò che sembra e che le difficoltà e le sfide che il nostro tempo richiede non possono prescindere dalla verità.
Non possiamo continuare a costruire narrazioni su percezioni ma dobbiamo tutte e tutti impegnarci a condividere diffondere informazioni su dati di fatto, verificabili. Una narrazione diversa perché la verità dei dati è diversa.
E la politica, la buona politica, deve darne l’esempio.
EMOZIONE – RAZIONALITA’ – SOLIDARIETA’
Cento anni fa, Mussolini in un famoso discorso ai Fasci di combattimento disse: “Dobbiamo riuscire a trasformare la paura in odio.” Il nostro compito è più difficile dobbiamo trasformare la paura in solidarietà. Perché la solidarietà moltiplica il benessere. La solidarietà si dà quando si abbattono i muri della diffidenza, ci si riconosce simili e ci si apre alla fiducia reciproca. Si sta bene insieme perché ci si riconosce appartenenti ad una medesima comunità. E il benessere accresce la sicurezza. Tutto ciò è possibile però in una società viva, plurale, dialogante, sorretta da principi radicati di umanità: non una società di singoli e di monadi, non una società di continua e costante lamentazione ma una società dove si vive di solide relazioni e interrelazioni.
E allora non dobbiamo temere il buio della notte, non dobbiamo temere la fatica, ma dobbiamo con tenacia e costanza, continuare a costruire occasioni di cultura, di arte, di speranza e solidarietà, coinvolgere tutte e tutti, instancabilmente, dalle più piccole e piccoli ai più maturi, dobbiamo stringere legami intergenerazionali. Dove sperimentiamo, al di là, delle nostre bolle che il fare in comune garantisce a tutte e tutti spazi di libertà e di benessere, in pace.
E qual è allora l’orizzonte?
Oggi con questo Festival conosciamo da vicino l’Africa, anzi le Afriche.
Ma credo che sia necessario ribadire con forza :
Partiamo da Brescia e dai nostri piccoli, grandi comuni;
Partiamo dall’Italia
Partiamo dall’ Europa
E proprio per questo oggi premiamo David Sassoli, in un cerchio che si chiude, avendoci onorato della sua presenza qualche anno fa proprio all’apertura di un festival della pace e che rilancia il nostro impegno nel futuro.
David Sassoli che incarna la sintesi delle contraddizioni che ho provato a tratteggiare oggi insieme.
David Sassoli uomo di cultura;
David Sassoli uomo affezionato alla verità,
David Sassoli uomo di mediazione e di visione,
David Sassoli uomo e politico costruttore di pace.
Camilla Bianchi